L’architetto della leggerezza e della trasparenza, il protagonista indiscusso della rivoluzione estetica degli aeroporti, Lord Norman Foster, durante una lectio magistralis tenuta al Cersaie 2016, a Bologna, ha mostrato quanta ricerca e pratica, non solo sue ma anche di altrettanto illustri colleghi, ci siano dietro il progetto del Mexico City Airport.
Partendo dall’uomo di Vitruvio fino ad arrivare agli avveniristici aeroporti di Hong Kong e Città del Messico, passando per Stansted, a Londra, e Pechino, Foster attraverso decine di slide ha ricostruito il viaggio verso quello che si presenterà come l’aeroporto del futuro, una struttura monumentale, ma leggera e soprattutto a basso impatto ambientale.
Il nuovo aeroporto internazionale di Mexico City, progettato dall’architetto britannico in collaborazione con il messicano Romero e gli olandesi Netherland Airport Consultants, sarà uno dei più grandi aeroporti con i suoi 555.000 metri quadrati, ma anche quello progettato proprio per essere più sostenibile al mondo: non più superfici e coperture orizzontali e verticali, ma soltanto una spettacolare copertura a bolla, che consentirà un’ottimizzazione energetica e al tempo stesso si imporrà come celebrazione della luce, percorrendo la strada indicata per la prima volta dal Crystal Palace di Londra. All’archetipo dell’architettura trasparente l’85enne Foster si è infatti ispirato nella sua ricerca di un design che si rivelasse sostenibile anche nella progettazione di una mega-infrastruttura come quella aeroportuale.